domenica 8 novembre 2015

Poesie - Gatto nel crepuscolo - Canto per la nonna

Gatto nel crepuscolo


Là in fondo, al calar del sole
un tenue barbaglio, uno scatto
nella siepe. Forse capriole,
o fughe, di un gatto.
Le viti danzan sul rosso
vermiglio; schiamazza
volando dal noce nel fosso
la stridula gazza.
È il gatto che ha fatto scappare
l’uccello dal ramo lassù?
(Da un gatto c’è da imparare
a dar caccia; a dormire di più.)
Silenzio. Il sole è scomparso
tra i monti. È oro che cola
sui pampini sparso
e il buio e l’angoscia consola.
Un guizzo, lesta falcata:
micio salta dai pruni cupi
gnaulando con voce accorata
quasi incalzato da lupi.
“Vieni, piccolo, qua, tra le braccia!”
Lui balza e corre; il birbante!
Ronfando sul cuor s’accovaccia
come bimbo, disarmante.


Canto per la nonna  


La zappa tu piantavi
con forza nella zolla
e al sole rivoltavi
di suolo una corolla.
Eri così guerriera,
nonna, con quell’attrezzo!
Tu continuavi ardita
a dissodare il campo
fintantoché, sfinita,
giacevi lì al mio fianco.
Eri tanto austera,
nonna, e di giusto vezzo!
Il fazzoletto nero
sulla tua fronte sceso
chiudeva  sì al sicuro
i capelli, ben teso.
Vestivi tutta nera,
nonna, ma niente sprezzo!
Che forse t’eran morte
persone tanto care
e il lutto era ormai sorte
assidua da abitare.
Parevi prigioniera
di un mondo troppo grezzo!
Quindi tu poi pregavi
lassù, nel luogo santo
e con te mi portavi
e mi tenevi accanto.
Mi hai dato la preghiera,
nonna; che non ha prezzo!


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